Scuola: Commiato del Direttore Generale dell'Ufficio Scolastico Regionale per la Campania Alberto Bottino


[Inserito da Staff Istruzione Unita Scuola]
«Troppi frammenti del mio essere umano e professio-nale ho disseminato in queste strade e non posso allontanarmi da loro senza peso e tristezza»
«I risultati conseguiti durante il mio mandato non possono, certo, essere giudicati da me, saranno altri che devono e possono giudicare, io mi limito solo ad affermare, in tutta coscienza, che ho dato tutto me stesso per il miglioramento della scuola campana e, a volte, per fare in modo che la Norma venisse, giustamente, vista, vissuta ed adeguatamente applicata come soddisfacimento dell’Esigenza»
«Ritengo di poter affermare, inoltre, che la mia azione è stata condotta con onestà, lealtà, spirito di servizio e di sacrificio, in buonafede ed in piena trasparenza, con profondo senso dello Stato e con ferma convinzione nella missione educativa e progressiva della Scuola»

IUniScuola: Ecco il commiato indirizzato alla Scuola della CAMPANIA:
«Il trenta novembre di quest’anno il mio mandato di Direttore Generale dell’Ufficio Scolastico Regionale della Campania giunge al suo termine.
E’ con profonda serenità d’animo, che mi accingo a consegnare alla responsabilità di altri un così alto, oneroso, entusiasmante impegno.
Per me, che ho vissuto in un contesto scolastico, direi da sempre, prima da studente, poi da docente, funzionario, dirigente e dirigente generale per ben oltre un cinquantennio, questo non può, certo, essere un distacco indolore, né posso rivolgere a Voi tutti il mio saluto quasi fosse un formale adempimento, ma è un modo, invece, per mantenere sempre vivo il dialogo con Voi tutti, per esserVi e per sentirVi sempre accanto. Non è un pensiero o un ricordo che voglio lasciarVi, ma un cuore reso vivo e palpitante dalla pervicace volontà di agire per il bene delle giovani generazioni e della mia terra e dalla incrollabile fede nell’etica del lavoro infaticabile e quotidiano.
Lunghi sono stati i giorni di duro, incessante lavoro consumati fra le mura della Scuola; e chi può lasciare i propri dolori, le proprie gioie, le proprie lotte, le proprie soddisfazioni e i propri successi, come i propri insuccessi, senza rimpianto?
Troppi frammenti del mio essere umano e professionale ho disseminato in queste strade e non posso allontanarmi da loro senza peso e tristezza.
D’altro canto ad un simile stato d’animo se ne affianca un altro di serena consapevolezza di aver fatto tutto quanto in mio potere per mantener fede a quanto promesso all’atto del mio insediamento. Difatti, in quel tempo ebbi modo di dichiarare che il mio intento principale era quello di adoperarmi e collaborare per l’edificazione di una “scuola della società”, che fosse in grado di collaborare con tutti i soggetti coinvolti nel processo educativo e formativo, ciascuno con le proprie specifiche responsabilità, in un sereno clima d’interazione e di collaborazione. Una scuola, pertanto, “partecipata” che raccogliesse e coniugasse due sfide: quella di rendere effettivo l’esercizio dei diritti-doveri propri di ciascun soggetto e quella di amalgamarne le esigenze per potenziare le possibilità concrete di realizzazione di un piano formativo comune, condiviso e attuabile sia dentro la scuola che fuori: nelle famiglie, nei gruppi giovanili, nel territorio locale. Sempre in tale ottica, mi sono battuto, affinché si realizzasse una circolarità tra le tre finalità principali della scuola: istruire, educare e socializzare, che è il criterio fondamentale per una scuola efficace e moderna, che pone al centro non solo la formazione globale dell’allievo, ma la orienti ad una nuova relazionalità fortemente radicata nei valori civili ed aperta al “sociale”. E’ mia convinzione, infatti, che la scuola debba poter rappresentare la garanzia della stabilità e dello sviluppo di un ambiente culturale e che essa sia garanzia della continuità e della progressività della coscienza culturale e civile del corpo sociale. Ed, inoltre, che essa debba essere depositaria e trasmettitrice della tradizione per le nuove generazioni, ma anche che a queste abbia l’obbligo di offrire i mezzi per un incessante progredire e che assicuri loro l’organicità della cultura e li apra, parimenti, a nuovi orizzonti. Difatti, dove non viene più richiesto alla scuola di formare le forze nuove, destinate al progresso della vita, la scuola langue e, perduta la sua funzione e la sua eticità sociale, si consuma e s’inaridisce in finalità false ed ingannevoli. La scuola campana ha l’obbligo istituzionale, morale ed etico di accrescere e valorizzare il proprio capitale umano, deve essere portatrice di cultura, che è poi la coscienza che si ha della vita e della storia, della realtà da cui si è circondati e in cui si opera, delle forze di cui si dispone, degli orizzonti nuovi che si aprono. Solo in tal modo si avrà la possibilità di aprire ad un futuro di progresso la nostra regione.
Sono questi gli ideali in cui ho creduto e credo fortemente e per i quali ho lottato, in una realtà, peraltro, contrassegnata da devastanti contraddizioni, da occulte e palesi illegalità, da annose contrapposizioni, da mali atavici, ma anche da una straordinaria forza vitale, da vigorose e tenaci forze propulsive che rendono esaltante anche il compito più gravoso ed estenuante.
I risultati conseguiti durante il mio mandato non possono, certo, essere giudicati da me, saranno altri che devono e possono giudicare, io mi limito solo ad affermare, in tutta coscienza, che ho dato tutto me stesso per il miglioramento della scuola campana e, a volte, per fare in modo che la Norma venisse, giustamente, vista, vissuta ed adeguatamente applicata come soddisfacimento dell’Esigenza.
Ritengo di poter affermare, inoltre, che la mia azione è stata condotta con onestà, lealtà, spirito di servizio e di sacrificio, in buonafede ed in piena trasparenza, con profondo senso dello Stato e con ferma convinzione nella missione educativa e progressiva della Scuola.
Devo, altresì, dichiarare che in questo mio andare ho avuto degli ottimi compagni di viaggio sia nella scuola sia fuori di essa. La stragrande maggioranza dei dirigenti, dei docenti e del personale ATA hanno operato, durante questi anni, in piena sintonia con l’Ufficio da me diretto, dimostrando preparazione, disponibilità, impegno costante, piena collaborazione e straordinarie capacità propositive, propulsive e progettuali, conseguendo risultati oggettivamente dimostrabili.
Accanto a ciò, tutto il personale della scuola campana ha mostrato una piena consapevolezza della insostituibile funzione civile e sociale che esso è chiamato a svolgere; si è, infatti, strenuamente adoperato, e si adopera, per far crollare uno dei muri più consolidati che si ergono contro l’edificazione di una società sana e prospera: l’illegalità. Ha sentito come proprio imprescindibile imperativo categorico il dovere di far vivere la scuola come fondamentale esperienza, centrata sulla formazione civile, che tutti devono poter incontrare e percorrere in modo compiuto, in modo da poter edificare consapevolmente un concreto clima di sana convivenza civile. Per tali ragioni è divenuta urgente e prioritaria l’esigenza di garantire che la cultura della scuola si traducesse in conoscenza attiva, in grado di giocare un forte ruolo nella costruzione della cultura della cittadinanza, che permettesse ai giovani di passare dal regno della paura e dell’agguato a quello della sicurezza e della cooperazione, il che comporta il su¬peramento della sfiducia, la capacità di affrontare i rischi e il coraggio di porsi, anche singolarmente, come assertori della Legalità.
In questo campo d’azione, la scuola ha avuto al suo fianco degli alleati straordinari, TUTTI gli uomini delle Forze dell’Ordine, che con il loro esempio ed i loro insegnamenti hanno fatto “Vera Scuola” !
Altri, non meno efficaci ed insostituibili, compagni di viaggio sono stati i rappresentanti degli Enti Locali, con i quali, nutriti dalla cultura della sussidiarietà, è stato possibile stabilire una felice cooperazione, grazie alla quale si sono poste solide basi per la strutturazione di un “agire comune ed interconnesso” che ha cominciato a delineare un concreto cammino di integrazione, certo ancora lungo da percorrere, ma che ha già cominciato a dare i suoi frutti grazie all’elaborazione ed all’ attuazione di politiche formative funzionali alla crescita delle persone ed allo sviluppo economico, sociale e culturale del territorio campano.
I punti di forza di tale cooperazione sono stati sia la capacità di dotarsi di comuni strumenti di lettura e di analisi della realtà, in modo che ognuno, nell'elaborazione dei propri obiettivi programmatici, è stato in grado di assumere come riferimento una co¬mune base conoscitiva, sia la capacità di saper individuare obiettivi condivisi in grado di orientare la programmazione che ciascun soggetto era in grado di esprimere, in modo che le risorse, di cui ognuno disponeva, fossero gestite, concretamente ed oculatamente, per arricchire, senza sovrapposizioni e sprechi, la qualità dell'offerta formativa territoriale.
Posso, quindi, affermare che nella nostra regione la strada che è stata intrapresa ha assunto le dimensioni della “sussidiarietà” e della leale e fattiva “collaborazione interistituzionale”, infatti il limite che gli Enti Locali e l’Ufficio Scolastico Regionale stanno valicando, pur nelle innegabili difficoltà che un’azione simile presenta, è quello di porsi non già e non solo come più efficaci ed efficienti terminali amministrativi, ma come principali attori nella definizione delle politiche locali in un sistema, "il territorio", entro cui agiscono da protagonisti i giovani, i cittadini tutti, i loro bisogni, le loro esigenze, le loro attese per una migliore qualità di vita.
Chiudo questo mio saluto rivolgendo un sentito ringraziamento ai Dirigenti scolastici, ai docenti, al personale ATA, agli studenti delle scuole di ogni ordine e grado e a tutti quelli che hanno condiviso il mio cammino in questi anni, certo faticosi, ma, indubbiamente, entusiasmanti».
Grazie a Voi tutti
Alberto Bottino

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