LA PRIORITA’ DELLA SCUOLA DI OGGI : LE SUPPLENZE





«In caso di assenza del docente (ora, ancor piu' frequenti per le influenze stagionali) chi va in classe? chi sostituisce il docente assente?»
«La scuola non e' un ufficio, dove le pratiche, anche se accumulate nel tempo, si espletano gradualmente e non provocano altro danno se non il ritardo della macchina organizzativa dei servizi pubblici e la lamentela dei
cittadini “clienti”».

«Quando a scuola manca un docente ci sono 25 studenti in balia di nessuno, e che vengono privati del diritto all’istruzione, alla vigilanza, al servizio scolastico completo per tutti i 200 giorni dell’anno scolastico».

C’erano una volta i supplenti che sostituivano il docente assente… comincia cosi' la favola della scuola italiana. Nella scuola primaria con le classi organizzate a modulo, erano previste delle ore di compresenza che, in casi di assenza di uno dei tre docenti, venivano utilizzate per le sostituzioni. Nella scuola secondaria di primo grado c’erano docenti con delle “ore a disposizione” e quindi si riusciva a tamponare l’emergenza di un’assenza breve e imprevista.
Oggi tutto cio' non e' possibile. La compresenza e' stata abolita, l’orario di cattedra e' completo per tutti i docenti e quindi non ci sono “ore a disposizione”.
In caso di assenza del docente (ora, ancor piu' frequenti per le influenze stagionali) chi va in classe? chi sostituisce il docente assente?

Nelle scuole a tempo prolungato il problema diventa ancor piu' urgente anche perche' occorre garantire il servizio non solo di cinque o sei ore, bensi' di otto ore nella giornata con rientro pomeridiano. Quando per necessita' si e' costretti a comunicare agli alunni che “le lezioni pomeridiane sono sospese”, perche' non riesce a trovare docenti disponibili per tale servizio, si privano gli alunni di un servizio del quale hanno pieno diritto di fruizione e poi la scuola organizza i progetti di legalita', concorsi sui diritti e sulla Costituzione, giornate dei valori.

Ci sono poi dei casi speciali di permessi autorizzati, come quelli derivati dalla Legge 104. per le attivita' di aggiornamento, per gli impegni di servizio dei consiglieri comunali, e per tale tipologia di assenza non e' prevista dalla norma la possibilita' di chiamare il supplente.. Sono frequenti le ore in cui gli studenti restano senza insegnante e magari si aggregano le classi, creando in tal modo ulteriore disagio anche ad altri studenti che potrebbero svolgere una lezione regolare come afferma una preside evidenziando di avere 14 docenti, beneficiari della Legge 104.

Nell’ottica di rendere efficiente il servizio, le pochissime ore residue che ancora quest’anno sono disponibili nella scuola primaria, sono state fatte confluire in due o tre giorni della settimana e cosi' per quei due giorni si garantisce la copertura di una eventuale assenza. Per gli altri giorni si propone di attivare la procedura del supplente stabile, proponendo, secondo la graduatoria, ai docenti rimasti senza sede e senza lavoro di rendersi “disponibili” per il servizio scolastico.

Abbiamo anche inventato il nome di “supplente stabile” con l’intento di garantire efficacia didattica all’ora di supplenza e per questo e' necessario che il docente supplente conosca la realta' scolastica, le esigenze, le metodologie, cosi' rendere produttivo il suo servizio di insegnamento, capace di produrre apprendimenti.
Si rischia spesso che dopo tante telefonate, il supplente arrivi al termine della giornata scolastica ed ha ugualmente il diritto ad essere retribuito, pur non avendo prodotto efficacia didattica, ma soltanto “assistenza e vigilanza”.

A tutta questa difficile organizzazione e pianificazione che quotidianamente caricano di lavoro gli uffici di presidenza e di segreteria, si aggiunge oggi l’insicurezza dell’assegnazione dei fondi necessari a coprire le spese per le supplenze brevi e le ore eccedenti,. pare che il capitolo delle ore eccedenti sia rimasto con previsione “0”.

Il Ministero sostiene che si debba attingere al Fondo d’Istituto, ma risulta non facile la previsione di utilizzazione di tali somme. Se la vigilanza degli alunni e' una priorita', non ci dovrebbero essere limiti e paletti a tale prestazione di servizio,
Si sollecitano gli organi competenti di prendere in esame la delicata questione e fare chiarezza non solo con le leggi, ma anche con i finanziamenti necessari, alla vexata quaestio, che oggi risulta la priorita' dell’organizzazione scolastica.

Positiva e' la proposta di assegnare ai docenti precari un contributo mensile di 800 euro, se, pero', si concretizza assegnando i docenti alle scuole, cosi' da renderli partecipi ed attivi nella vita scolastica, anche mediante il servizio della supplenza. Con questa modalita' credo si possa giustificare l’assegnazione del contributo assegnato, anche perche' e nello stesso tempo l’intera comunita' scolastica ne avra' un beneficio e sara' in parte ridimensionato il problema emergente delle supplenze. (Giuseppe Aderno'-La Letterina n. 212 - giovedi' 22 ottobre 2009 – ASASI Associazione Scuole Autonome Sicilia )

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