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Saluto del Direttore Generale

Assumo la responsabilità della conduzione della Scuola Campana, con la piena consapevolezza della complessità del compito affidatomi, con l'umiltà che mi deriva dall'aver compiuto un itinerario scolastico/professionale facendone ampia e graduale esperienza, con lo spirito di servizio ed il senso del dovere che da sempre hanno contraddistinto la mia azione amministrativa e, se mi è concesso, non senza un malcelato orgoglio. Ritengo, pertanto, imperativa la proposizione dei criteri che osserverò durante il mio mandato. Tale dichiarazione di intenti non è rivolta solo alla Scuola campana, ma anche a tutta la società civile, partner indispensabile per un adeguato processo di crescita e modernizzazione della nostra società.


Mio intento principale è quello di adoperarmi e collaborare per l'edificazione di una "scuola della società", che chiami tutti i soggetti coinvolti nel processo educativo e formativo ciascuno con le proprie specifiche responsabilità, in un sereno clima d'interazione e di collaborazione. Una scuola, pertanto, "partecipata" che raccolga e coniughi due sfide: quella di rendere effettivo l'esercizio dei diritti-doveri propri di ciascun soggetto e quello di amalgamarne le esigenze per potenziare le possibilità concrete di realizzazione di un piano formativo comune, condiviso e attuabile sia dentro la scuola che fuori: nelle famiglie, nei gruppi giovanili, nel territorio locale. Realizzare una circolarità tra le tre finalità principali della scuola: istruire, educare e socializzare, è criterio fondamentale per una scuola aggiornata e moderna, che pone al centro non solo la formazione globale della persona, ma la orienti, grazie all'esperienza nella comunità scolastica, ad una nuova relazionalità fortemente radicata nei valori civili ed aperta al "sociale". La scuola deve poter rappresentare la garanzia della stabilità e dello sviluppo di un ambiente culturale, che è, pertanto, garanzia della continuità e della progressività della coscienza culturale e civile del corpo sociale. Essa salva la tradizione per le nuove generazioni, ma a queste offre i mezzi che rendono loro possibile un incessante progredire; assicura l'organicità della cultura, ma insieme l'apre a nuovi orizzonti. Dove non viene più richiesto alla scuola di formare le forze nuove, destinate al progresso della vita, la scuola langue e, perduta la sua funzione e la sua eticità sociale, si consuma e s'inaridisce in finalità false ed ingannevoli. La scuola campana deve poter accrescere e valorizzare il capitale umano della nostra Regione, deve poter essere portatrice di cultura, che è poi la coscienza che si ha della vita e della storia, della realtà da cui si è circondati e in cui si opera, delle forze di cui si dispone, degli orizzonti nuovi che si aprono. Solo in tal modo potremo sperare di aprirci ad un futuro di progresso.


L'azione educativa deve, quindi, innanzitutto tendere a ridurre il disagio e promuovere il successo formativo. Pertanto, non è più possibile una delega ad alcuno dell'investimento educativo che deve diventare, invece, scelta politica di un'intera società che sia educante.

A questo scopo può giocare un ruolo decisivo una strategia educativa integrata che veda insieme tutte le istituzioni: famiglia, scuola, ente locale, associazionismo e mass media.

Il sistema educativo, in tal modo, assume una connotazione nuova e diversa dal passato perché deve essere inteso come insieme di parti considerate nella loro globalità. La pluralità degli attori e delle agenzie coinvolte deve poter entrare in un'organizzazione reticolare, in una configurazione policentrica in cui le componenti sono in costante relazione e in continuo interscambio tra loro. L'ambiente educativo rappresenta, quindi, un nodo del tessuto sociale, il quale è in relazione naturale e continua con gli altri e tra i quali esiste comunicazione, confronto e arricchimento reciproco. In tal modo, il contesto, nel senso generale del termine, diventa una categoria pedagogica fondamentale. In un sistema educativo, alla complessità sociale è necessario rispondere con la complessità integrata. La formazione del giovane non si esaurisce né nella scuola come luogo sociale né nella scuola come trasmettitrice di quei contenuti che sono l'oggetto della cultura scolastica. La lotta al disagio che è prima di tutto una lotta per l'identità da parte delle ragazze e dei ragazzi, esige anche il rilancio della funzione educativa della famiglia e della scuola e comporta non solo un'azione a livello di cultura sociale, ma anche un'azione da parte dello Stato, in tutti i suoi segmenti centrali e periferici, tesa a dare alle famiglie ed alla scuola i necessari supporti economici, organizzativi e culturali. In molti casi le istituzioni educative tradizionali risultano perdenti: la famiglia tende a delegare ad altre agenzie l'educazione; la scuola, a volte, dimentica che essa non è nata per fornire solo competenze professionali, ma per essere "luogo d'istruzione e d'educazione".
Il rilancio del ruolo educativo di scuola e famiglia è necessario per poter realizzare il sistema educativo integrato. Sistema che non è pensabile senza la presenza educativa forte e sinergica di queste due istituzioni, né tanto meno come un luogo dove avviene una sorta di divisione del lavoro tra le varie agenzie educative, riservando magari alla famiglia il ruolo della formazione etico-affettiva, alla scuola l'istruzione, all'ente locale la garanzia della libera espressione culturale. È oltremodo opportuno considerare che ogni agenzia svolge un intervento unitario sulla persona che tocca tutte le dimensioni dell'essere umano. Il sistema, pertanto, deve trovare la sua coerenza non nella divisione del lavoro, ma nella condivisione di alcuni valori e, quindi, di alcuni obiettivi educativi di fondo.
La cultura educativa deve, inoltre, rimettere al centro la metacomunicazione, ovvero la relazione esistenziale tra giovani e adulti. È, infatti, all'interno di questa relazione che transitano i valori e i presupposti che orientano la mediazione della persona umana con le realtà materiali e mentali.

La cultura che fornisce al giovane il programma/progetto per farsi uomo è, dunque, un insieme estremamente vasto, è il patrimonio di testi e di codici in cui si esprimono la concezione del mondo, il sistema dei valori, le opinioni, le credenze e le modalità d'organizzazione interna della società. Essa, pertanto, non è solo un insieme di informazioni, contenuti e programmi, ma anche un orientamento e uno stile di vita. Primo fra tutti quello concernente il retto agire sociale, il sentimento e la pratica della legalità. Legalità, che viene intesa comunemente come rispetto della legge, ma per l'educatore essa è una qualità dell'animo e dell'intelligenza, che introietta come assoluto e insieme relativo quel bene insostituibile che è la legge, non solo quella dello Stato, ma quella di ogni gruppo umano che sappia darsi criteri, norme e regole necessarie al bene comune. La tematica dell'Educazione alla Legalità è, dunque, più complessa della semplice conoscenza e del rispetto la legge. Al mondo dell'educazione/formazione/istruzione interessa che un comportamento sia giusto, cioè ossequioso della legge, ma che sia innanzitutto morale, ossia ispirato ai motivi che rendono la legge degna di rispetto.
Diceva Molière che se i disonesti sapessero quanto si guadagna ad essere onesti, sarebbero onesti per disonestà. Questa arguta e gustosa battuta ci fa comprendere che l'onestà scaturisce anche dall'informazione e dalla conoscenza e che, dunque, si può conquistare anche, e soprattutto, attraverso l'educazione.

Quanto delineato significa che il sistema educativo deve essere costruito a livello culturale-educativo, ma anche a livello politico e organizzativo.

A livello politico, l'Ente Locale deve ancor più rappresentare il promotore del raccordo tra le risorse educative presenti nel territorio rivestendo, in tal modo, il ruolo di promotore nella costruzione del sistema educativo integrato.
È bene sottolineare che questo sistema non deve, necessariamente, prevedere una sorta di omogeneità culturale ed educativa tra i suoi membri. Il pluralismo, e, quindi, l'espressione codificata della diversità, è una risorsa che non deve essere sprecata nell'inseguimento di una inumana unanimità culturale. Il sistema educativo deve far convivere la diversità come fonte di ricchezza nell'orizzonte esistenziale umano. L'unità del sistema avviene a livello di macro obiettivi e dei comuni valori democratici tipici della nostra Costituzione.

A livello organizzativo, mi sento di condividere solo parzialmente il pensiero del sociologo Max Weber che ha coniato il termine "burocrazia" per indicare un tipo d'organizzazione formale in cui l'impersonalità e la razionalità sono sviluppate al massimo grado. Egli, infatti, concepiva la burocrazia come la forma più efficiente di organizzazione sociale, perché freddamente logica e non impacciata da rapporti personalizzati e da considerazioni irrazionali ed emotive. L'universo scolastico, infatti, presenta un così variegato panorama di situazioni, che i parametri di riferimento devono potersi flettere a seconda delle varie condizioni d'applicazione, pur sempre rispettando, in modo rigoroso, il dettato legislativo.
Bisogna, inoltre, adoperarsi, affinché l'apparato burocratico possa essere fornito di tutti gli strumenti necessari al suo agire sereno, efficiente ed efficace. Sarà mia cura, infatti, adoperarmi, con ogni mia energia e senza risparmio, al fine di fornire a tutti coloro che prestano la loro opera negli uffici amministrativi strutture, sia esse logistiche sia esse informatiche sia esse di supporto alle decisioni, tali da razionalizzare, velocizzare e semplificare le prassi amministrative, onde evitare inceppi, ritardi, omissioni. Che, se avvenuti in passato, non sono certo da addebitarsi a scarsa professionalità degli addetti, bensì alle condizioni, spesso disumane, in cui si sono trovati ad operare.
Per poter raggiungere le finalità che ho descritto sono fondamentali il concorso e la convergenza del mondo della scuola e quello della società civile, oltre che quello essenziale del personale dell'Amministrazione scolastica. Pertanto il mio appello è rivolto agli studenti, ai dirigenti scolastici, ai docenti, al personale A.T.A., alle famiglie, al personale della Direzione Generale e dei CSA, agli EE.LL., alle forze politiche, alle organizzazioni sindacali, al mondo imprenditoriale, alla Chiesa, alle Forze dell'Ordine, al privato sociale, al volontariato, alle organizzazioni studentesche.

Auguro a tutti buon lavoro!
IL DIRETTORE GENERALE
Alberto Bottino
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