IUniScuola, Per l’informazione sessuale nelle scuole servono soluzioni concrete

“L’Italia si colloca agli ultimi posti per l’utilizzo di mezzi contraccettivi: per ignoranza (38%), per superficialità (53%), per inesperienza (9%). Perciò è utile (67%) introdurre nelle scuole superiori la distribuzione controllata di anticoncezionali.
Scuola che, con la famiglia e i media (49%) rimane l’istituzione dove
maggiormente operare. Alla luce di questo scenario appare quindi
necessario cambiare orientamento: se i giovani non vanno al consultorio
familiare, E’ opportuno che il medico vada nelle scuole a parlare in
modo corretto di sessualità e metodi contraccettivi sicuri, in
particolare per le fasce sociali più esposte. Secondo i psicoterapeuti
: Servono soluzioni concrete - per esempio, prevedere
all’interno degli istituti scolastici un punto di riferimento stabile
per l’educazione sessuale. ( Milano - 31 Agosto 2007 -Conferenza :
S.I.G.O società italiana di ginecologia e ostetricia )
Da un sondaggio della IUniScuola realizzato tra le RSU degli Istituti
Scolastici Superiori Milanesi per sapere se esistono progetti di
educazione sessuale:
Il 70% ha risposto di non essere a conoscenza,il 20% ha dichiarato che
il problema sessuale è trattato all’interno dei progetti di
educazione alla salute e il 10% ha risposto di averne sentito parlare al
di fuori delle riunioni delle RSU.
Da una verifica effettuata solo nel 10% degli Istituti Scolastici esiste
il medico Scolastico Previsto dalla legge 626/94.
In conclusione , il compito dell’informazione sessuale è affidato ai
medici di famiglia e gli insegnanti interessati al problema da soli
possono fare poco in mancanza del medico scolastico in quanto anche il
servizio di assistenza psicologica , dove esiste , non viene frequentato
dagli alunni che temono i loro “colloqui”essere successivamente
riportati alle famiglie.

Lun, 26 Nov 2007

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